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Recensione 'Ogni storia é una storia d'amore', di Alessandro D'Avenia

Buongiorno, lettori! Per San Valentino ho scelto come lettura a tema l'ultimo libro di Alessandro D'Avenia, 'Ogni storia é una storia d'amore': perché spiega in maniera originale, scorrevole e precisa cos'é il vero amore (che non si presenta come pensiamo) e qual é la sua funzione.

Titolo: Ogni storia d'amore é una storia d'amorei
Autore: Alessandro D'Avenia
Pubblicazione: ottobre 2017
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 20€
E-book: 9,99€


TRAMA
'Ogni storia é una storia d'amore' é un romanzo in cui il filo conduttore é l'amore, e lo é attraverso il racconto di storie di personaggi legati al mondo della letteratura, della musica, del cinema, della filosofia e dell'arte. Ogni storia viene raccontata (e questo per me rappresenta l'originalità di D'Avenia) per lo piú attraverso la voce di un familiare o di chi era vicino ai singoli personaggi.
Protagoniste sono poi anche le donne: sono loro che vengono interrogate, per rispondere alla domanda portante di tutto il romanzo: l'amore salva? É loro che interroga perché


le donne sentono il tempo dal di dentro, quando spingono forte per dare alla luce: sanno, non per sentito dire come gli uomini, che la luce é una spinta di sangue e dolore, che per vivere bisogna far spazio, che amare é dare la vita a un altro, non prenderla. Della vita le donne non cercano la dimora, della vita si fanno dimora [...] La donna - si racconta in storie antiche - é stata fatta per ultima non per ripensamento tardivo [...] ma perché solo alla fine di un'opera si giunge al suo compimento, perché solo alla fine l'artista scopre ciò che stava cercando, la vita che stava creando, proprio come accade a una madre quando guarda per la prima volta il suo bimbo appena spinto nella luce cruenta. Per questo mi sono rivolto alle donne, e a tutte quelle che ho incontrato ho chiesto il fatto piú nudo di tutti: la verità sull'amore. E loro, da ogni parte della Storia e del tempo, mi hanno confidato la risposta con labbra sorridenti. O ancora sanguinanti.
Ogni capitolo porta il nome della donna a cui il personaggio é legato é con cui dialoga (in maniera peró univoca, la voce narrante del familiare o conoscente del personaggio: é attraverso questo tipo di narrazione che ci viene riportata ciascuna storia. Ai capitoli strutturati in questo modo, si alternano poi delle pause (cosí le chiama D'Avenia), perché il tutto rappresenta un viaggio nel tempo e nello spazio e come in tutti i viaggi, ogni tanto ci sono delle pause per potersi riposare: in queste pause l'autore si rivolge direttamente a noi lettori e sono il mezzo attraverso il quale poter raccontare ed interpretare il mito di Orfeo ed Euridice, raccontato nelle 'Metamoforsi' di Ovidio (di cui il D'Avenia se ne innamoró all'Università). Ha scelto il loro mito perché rappresenta la storia per eccellenza delle storie d'amore e che contiene in sé, dall'inizio alla fine, tutte le tappe che ogni storia dovrebbe avere, per il processo di trasformazione che avviene tra i due protagonisti.
Il riferimento a questo mito é presente poi anche in diverse storie, con similitudini rispetto ai protagonisti.
Le storie raccontate sono di tutti i tipi: tormentate, seducenti, tenere, folli, distruttive, devote, cruente, gioco se, eterne; in ognuna di queste, la donna vuole cercare di strappare alla Musa il ruolo di protagonista nel cuore del proprio uomo.

PERCHÉ LO CONSIGLIO
Per me 'Ogni storia é una storia d'amore' é stato il primo libro di D'Avenia e per tanto tempo sono stata indecisa se prenderlo o meno, perché temevo fosse tutt'altro, troppo smielato: per questo é stata invece una piú che piacevole scoperta.
Ho apprezzato tutto di questo libro, dallo stile scorrevole che rende piacevole la lettura, alle parti dedicate alle soste, in cui D'Avenia regala la sua (illuminante) interpretazione del mito di Orfeo e Euridice: se avessi avuto lui come professore di italiano, di sicuro avrei amato di piú la letteratura ai tempi della scuola.

Il suo stile, oltre che scorrevole, é anche originale: il punto di vista che ha scelto per raccontare la storia dei vari protagonisti rappresentato dalla voce di un terzo personaggio a loro legato, per me é piú che geniale.

Per quanto riguarda le storie, mi hanno colpita in particolare e per motivi diversi, quella di Johann Sebastian Bach, il compositore e musicista tedesco, che viene raccontata attraverso la moglie, Anna Magdalena e quella di Fanni, moglie di Miklós, poeta morto in un campo di concentramento.

Tu che eri musicista nelle sue note trovasti una casa, la realizzazione di ogni aspirazione. Ti aveva regalato un quaderno sul quale trascrivere brani suoi o di altri, che tu avresti potuto suonare per esercitarti e per accompagnarlo con la tua voce da soprano. Lo chiamó il Piccolo libro (tutto é piccolo per chi si ama davvero), scrisse il tuo nome sul frontespizio e aggiunse la didascalia: ' Anti-melanconico, o mezzo per scacciare la malinconia'. Cosí poteva conversare con te, Anna Magdalena, e mescolare la tua anima alla sua, in modo del tutto musicale
La storia di Bach mi ha coinvolta particolarmente perché, avendo suonato il pianoforte da piccola, é stato emozionante leggerla e sentirla raccontata in un modo così originale. Ma oltre a questo aspetto piú sentimentale, c'é stato anche quello poetico: perché il loro rapporto viene descritto attraverso frasi bellissime.
Nei giorni successivi la malinconia ti portava a sfogliare quel libro curativo che aveva cominciato a compilare per te. E sembrava, suonando quella musica composta appositamente per te, che lui fosse ancora lì, che non potesse mai morire [...] Quando lui morí non ti rimase quasi nulla [...] Ti rimanevano soltanto le sue partiture, ma preferisti mendicare e vivere in povertà piuttosto che vendere anche solo uno di quei fogli. Era non solo la sua musica, ma il vostro stesso dialogo amoroso: non avresti mai potuto vendere l'anima [...] Basta ascoltare il primo preludio del 'Clavicembalo ben temperato', in do maggiore, che Sebastian ricopió in quel quaderno per te, per essere certi che un uomo e una donna possono dialogare per sempre, anche senza parole. Nei secoli dei secoli della bellezza [...] Si tratta sempre e comunque di un'unica storia, in cui l'amore distribuisce le parti dell'orchestra degli uomini, perché il grande concerto del mondo venga interpretato
La storia di Fanni e Miklós invece, ha lasciato il segno per la storia in sé e, ancora una volta, per le parole attraverso le quali viene raccontata:

Erano passati diciotto mesi, e quindi sei stagioni, dalla sua scomparsa, e la terra, che, complice il tempo, copre tutto senza far preferenze tra poeti e operai, sembrava tutta uguale. Eppure in un punto la flora che vi cercava nutrimento e riscatto era piú viva: su quella terra smossa c'era una pianta di cotone e tu ne cogliesti un fiore e dicesti: 'É qui'. I soldati, scettici ma scalfiti dal dolore di una donna, scavarono e trovarono corpi tutti uguali, tutti ugualmente distrutti e irriconoscibili dopo sei stagioni [...] ma da uno di essi si sprigionava qualcosa di vivo, forse divino. Qualcosa che non poteva essere distrutto, neanche dalla furia di due totalitarismi accaniti su un unico corpo. Non riuscisti a riconoscerlo dalle ossa frantumate e umide, della pelle neanche a parlarne, non ve n'era traccia, ma nella tasca di quello che doveva essere stato un cappotto c'era un taccuino di poesie, forse l'unico ad essersi salvato in tutto l'Olocausto dei poeti. E anche quei soldati induriti dalla guerra dovettero credere all'amore

Oltre a queste due storie piú coinvolgenti, c'é stata anche quella di Federico Fellini e Giulietta Masina che mi ha commossa.
Per me poi é stato bello ritrovare personaggi come Pessoa, Machado e Fellini (oltre al giá citato Bach), studiati all'Università: un emozionante tuffo nel passato, in quelli che per me sono stati gli anni più belli.

Ció che ho apprezzato in questo libro, non sono stati soltanto il modo poetico ed originale con cui ha ricostruito le singole storie, ed immaginato le parole da affidare alle varie voci narranti dei capitoli, ma anche il fatto che mi abbiano incuriosita i vari riferimenti alle opere dei protagonisti: per esempio quella di Beren e Lúthien di Tolkien (viene raccontata anche la sua storia) che prima o poi leggeró, e quelle di Bach e Beethoven, per le quali sono andata alla ricerca per ascoltarle.

Per concludere, lo consiglio per tutti questi motivi e perché illuminante.


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