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Recensione 'Il sogno della macchina da cucire', di Bianca Pitzorno

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di un libro appena uscito per Bompiani: 'Il sogno della macchina da cucire', di Bianca Pitzorno, il primo che leggo di questa autrice e che mi ha lasciato tanto (motivo per cui cercherò di recuperare anche le altre sue opere).


Titolo: Il sogno della macchina da cucire
Autore: Bianca Pitzorno
Pubblicazione: settembre 2018
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 16€

Allora non avrei saputo usare queste parole per descrivere la mia meraviglia, ma certo avevo come la sensazione di assistere a un miracolo [...] Forse anche per la preziosità della stoffa, per me era come vedere sbocciare un fiore, petalo dopo petalo.
La protagonista e voce narrante del romanzo é una 'sartina a giornata', figura molto diffusa nella prima metà del Novecento, che come la stessa autrice, da piccola ha imparato il mestiere dalla nonna. Nipote e nonna sono le uniche due sopravvissute della famiglia, decimata dell'epidemia di colera.
Entrambe lavorano a domicilio nelle case dei signori del paese, una tradizione tramandata da generazioni e per la quale la famiglia godeva di grande affidabilità.

La sartina, essendo di origini povere, non sa leggere; attratta comunque dai libri e dal sapere, inizia a prendere lezioni dalla figlia di una signora per cui lavora e si abbona poi alla biblioteca tenendosi anche informata, grazie alle riviste della biblioteca, su ciò che succede nel mondo. Ben presto si innamora anche dell'Opera e per assecondare la sua passione mette da parte i risparmi per poter andare a teatro.

La protagonista pian piano diventa amica della figlia di una famiglia per cui lavora da anni, la marchesina Ester, e si affeziona poi all'insegnante di inglese di lei, la giornalista americana Miss Lily Rose. Si ritrova da una parte a dover crescere Assuntina, la figlia di un'amica, e dall'altra a vivere sentimenti forti ma comunque considerati sbagliati per la morale dell'epoca (vista la differenza di classe sociale tra i due) per il giovane Guido.
La macchina da cucire che tanto sognava di avere un giorno, sará proprio la sua salvezza quando Donna Licinia DelSorbo cerca di ostacolare il loro amore.

PERCHÉ LO CONSIGLIO
Quello che ci viene presentato é uno spaccato della realtà della prima metà del Novecento, in Sardegna (le località peró vengono citate solo con l'iniziale puntata), attraverso il racconto della quotidianità delle due protagoniste: in ogni capitolo viene infatti riportato un episodio in particolare e ciascuno contiene un segreto, mistero o scandalo legato a qualche personaggio e in cui la sartina si ritrova ad avere un ruolo diretto o di complicità.

Per spiegare questi segreti o scandali, l'autrice ricorre al flashback e lo fa con uno stile scorrevole, cosí come in tutto il romanzo in generale, e questo é un aspetto che rende piacevole la lettura. Altrettanto piacevole é rivivere quel periodo in cui é ambientato, attraverso gli usi e costumi citati, nonostante gli aspetti negativi dovuti alla mentalità dell'epoca.

Ben costruita anche la storia legata ai segreti e misteri perché l'attenzione del lettore é tenuta sempre viva, senza arrivare prima del tempo alla loro soluzione.

A volte, in alcuni capitoli si ha l'impressione di essere davanti ad una favola con un proprio insegnamento ed essendo poi una storia ricca di eventi, trasmette al lettore diverse emozioni che restano anche a lettura conclusa.


'Ascoltami', disse gravemente miss Lily Rose. 'Sei giovane, e ti può capitare di innamorarti. Ma non permettere mai che un uomo ti manchi di rispetto, che ti impedisca di fare quello che ti sembra giusto e necessario, quello che ti piace. La vita é tua, tua, ricordalo. Non hai alcun dovere se non verso te stessa'.

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